giovedì 3 giugno 2010

EDOARDO E LA VITA




Edoardo Spagnuolo è un professore di matematica con il pallino della ricerca storica, una sorta di dentista in cerca delle carie più profonde che insidiano il nostro vivere. Edoardo è persona colta e squisita, educata e rispettosa, Edoardo è l’irpino che tutti vorremo come amico. Ieri sera, da lui invitato, e con vero piacere, sono stato a Castelvetere, in quel vecchio borgo quasi abbandonato dai residenti di cui lui è ora uno degli abitanti guardiani. Edoardo Spagnuolo, ha deciso di andare a vivere a Castelvetere, nel vecchio borgo, in una casa che ricorda molto le abitazioni dolomitiche, una casa dove pietra e legno si sposano egregiamente. L’abitazione è a misura d’uomo, una cucina, una camera da letto, un bagno una bellissima terrazzina da cui si ammira un panorama unico e la piccola cantina in cui verranno riposti i prodotti tipici di cui Edoardo è un mentore. L’accoglienza è festosa e discreta, non solo da parte di Edoardo, che appena arrivo mi avvisa che c’è anche Sergio Gioia in giro per il borgo, ma anche i pochi residenti ci accolgono con rispetto e sorrisi a 360°, manco fossimo una troupe della Rai. Arrivano anche degli amici di Bisaccia, chitarra, e tammorra e uno da Montemarano, con una bellissima fisarmonica. Arriva anche il parroco che oltre alla buona parola porta anche una sana voglia di degustare i prodotti tipici che invadono il tavolo preparato all’aperto nella bellissima e caratteristica piazzetta situata al termine del vecchio borgo da cui si possono ammirare i paesi sottostanti. Il vino immancabile e buono scorre a fontana, ne sa qualcosa l’amico Sergio Gioia. La serata trascorre tra degustazioni di olio di Ravece di Carife degustato su pane di Montecalvo, formaggio di Carmasciano, salame di Montemarano, pizze fatte nel piccolo forno di casa Spagnuolo, lasagna, deliziosi fagioli … insomma un vero e proprio gustare la vita … e forse Edoardo con queste prelibatezze ha voluto darci un segnale, così voglio vivere la mia terra, per questo ho scelto questo posto, per essere circondato dal silenzio e dalla bontà. Le persone che condivideranno il suo vivere nel borgo antico erano tutte presenti e felicissime del fatto che una nuova vita si sia aggiunta alle loro. Nel frattempo una frotta di bambini tra una fetta di pizza e un dolce corrono per le strade del borgo giocando a nascondino. Chissà forse è un segnale, vivere in un luogo del genere equivale un poco a nascondersi dal mondo frenetico ed infruttuoso che gravita intorno alle città e che giorno dopo giorno ci attrae in un vortice che ci porta all’oblio delle personalità. Edoardo da oggi abita un nuovo mondo, un mondo fatto di silenzi e di parole, un mondo vero, unico, qualificante. Edoardo e gli abitanti del vecchio borgo sono attori protagonisti di una commedia che si chiama vita, molti, tanti invece sono solo delle semplici comparse.

Giovanni Ventre 2 giugno 2010
fonte : comunità provvisoria

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